NATO e “Transatlantic Link” nella seconda era Trump

Generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College – Gli alleati dell’America in Europa stanno discutendo su cosa potrebbe significare per la loro sicurezza e prosperità futura la vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali americane. Tra le preoccupazioni aleggia quella che i prossimi quattro anni possano essere ancora una volta caratterizzati da una turbolenta Alleanza transatlantica. In sintesi: che fine farà il NATO Transatlantic Link (supporto reciproco transatlantico USA, Canada / EU).

Circa 50 leader europei si sono incontrati giovedì a Budapest per un vertice della Comunità politica europea per discutere soprattutto dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Il presidente francese Macron ha affermato, non certo sorprendentemente, che l’Europa deve difendersi da sola mentre ci si prepara alla prossima presidenza Trump negli Stati Uniti.

“C’è una situazione geopolitica in cui è chiaro che abbiamo due blocchi: gli Stati Uniti d’America da un lato e la Cina Popolare dall’altro, che cercano soprattutto i propri interessi”, ha detto Macron agli altri leader europei affermando anche : “Penso che il nostro ruolo qui nell’Unione europea non sia quello di commentare l’elezione di Donald Trump, chiedendoci se sia positiva o meno. È stato eletto dal popolo americano e difenderà gli interessi del popolo americano. e questo è legittimo ed è una buona cosa”.

La domanda del presidente francese è stata quella in merito al fatto se in Europa siamo pronti a difendere gli interessi degli europei. Questa a suo parere è l’unica domanda che dovremmo porci noi europei e per lui, pare che questa sia la nostra priorità!

Secondo logica oggi l’Alleanza “NATO” rimane il fondamento della sicurezza europea e la a prima questione per l’Alleanza è come continuare a sostenere l’Ucraina in caso di prevista probabile riduzione dell’assistenza militare da parte degli Stati Uniti.

Ciò potrebbe essere realizzato attraverso la NATO come strutturata attualmente (quest’estate sono stati fatti alcuni passi per formalizzare tale struttura) ma comunque in modo significativamente inferiore a quello necessario se si considera un disimpegno, anche parziale, americano. Potrebbe anche essere fatto attraverso l’UE, che potrebbe aumentare leggermente il suo impegno ma probabilmente non sarebbe mai abbastanza. Oppure, ultima ipotesi di alcuni analisti, potrebbe essere fatto bilateralmente (una sorta di UE rinforzata dalla NATO o viceversa).

Come realizzarlo ai fini strategici si può pensare ma quello che fa riflettere di più è il costo per le singole nazioni, questo dovrebbe sicuramente aumentare abbastanza rapidamente, e se le stesse saranno in grado di avere capacità di sostenere questo impatto.

La domanda che si pone e se l’Europa ha la capacità di colmare l’eventuale deficit derivante dal ritiro degli Stati Uniti dal sostegno a Kiev. Certamente sì, ma ci vorrebbe uno sforzo molto maggiore di quello che l’Europa sta facendo adesso e già c’è chi pensa che ci sarà qualcuno, forse in Germania, forse in Italia, forse altrove, che dirà che gli ucraini dovranno sopportare la perdita di parte del loro territorio.

Non si deve escludere che gli Stati baltici, gli Stati nordici e la Polonia esamineranno la questione e diranno subito che la Russia rappresenterà una minaccia esistenziale per noi se le sarà permesso di controllare l’Ucraina.

Quindi questi paesi cercheranno di far passare la linea che noi europei dobbiamo intensificare la nostra azione e i nostri sforzi.

Durante la campagna elettorale, Trump ha detto che avrebbe posto fine alla guerra Russia-Ucraina il primo giorno, anche se non ha spiegato come ciò sarebbe stato raggiunto. In passato ha vantato un buon rapporto con il presidente russo Vladimir Putin e già in queste ore qualcosa “si muove”.

L’Ucraina teme sia di essere costretta a un accordo di pace, a suo parere, sfavorevole, sia che gli europei potrebbero rivedere la loro linea di azione,

Non si può escludere che potrebbe esserci un po’ di preoccupazione laddove ci sia qualcuno in Europa che si chieda il perché dovremmo aumentare gli aiuti adesso se ci ipotizza una soluzione negoziata e a breve. Per alcuni analisti il rischio reale per l’Europa nel suo complesso (l’UE ma anche la NATO) sia che in realtà gli Stati Uniti e la Russia possano iniziare a condurre questi negoziati senza di loro.

La domanda per i leader europei (il Regno Unito oramai “vivacchia sotto la gonna” USA) è quella se sono pronti a difendere gli interessi degli europei.

L’imprevedibilità di Trump, mostrata nel passato periodo presidenziale significa che c’è poco che i leader europei possano fare per prepararsi. Alcuni analisti, a caldo e subito dopo aver conosciuti l’esito del voto, pensano che si possa provare a offrire a Washington accordi che la avvantaggino, ma non è chiaro cosa esattamente avrebbero da offrire..

Da oggi fino a gennaio, durante la fase di transizione tra i democratici, sconfitti e ora minoranza, e i repubblicani guidati da Trump, non è chiaro con quali leve abbia l’Europa per persuadere il vincitore a non abbandonare la fallimentare (almeno per gli americani) politica del presidente Biden verso il “Vecchio Continente”.

didascalia: Generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College

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